Fuori dal gioco - di Heberto
Padilla
Edizioni Il Foglio, 2013 - Pag. 160 – Euro 12
“Fuori dal gioco è un libro che mi sembra così lontano
e irreale, pare scritto in un’altra lingua, in un
altro mondo, ma è il mio segno distintivo, la mia
cifra artistica, quasi il mio onore. Non è un libro,
è un simbolo di misteriosa lealtà fuori dal tempo,
una serie di liriche che mi commuove rivedere dopo
tanti anni. Sono contento che possano venire lette
dai cubani di un'altra generazione”, scrive Heberto
Padilla nel 1998, due anni prima di morire. Heberto
Padilla (Pinar del Rio, 1932 - Alabama, 2000). Il
suo più importante libro di poesia è Fuera del Juego
(premio Julián del Casal, concorso UNEAC, 1968), ma
vanno citati anche i precedenti: Las rosas audaces
(1949) e El justo tiempo humano (1962) e i successivi:
Provocaciones (1973), El hombre junto al mar (1981),
Un puente, una casa de piedra (1998). Padilla scrive
anche due romanzi come El buscavidas (1963) e En mi
jardín pastan los héroes, (1986) e un saggio autobiografico
come La mala memoria (1989). Di Heberto Padilla niente
risulta edito in italiano, a parte un'esaurita (e
ormai fuori catalogo) edizione Mondadori de Nel mio
giardino pascolano gli eroi. Fuera del juego è il
simbolo della disillusione rivoluzionaria, il libro
che mette a nudo tutte le menzogne del castrismo e
che mostra il vero volto della dittatura. Heberto
Padilla è uno dei poeti contemporanei più importanti
in lingua castigliana. Nel 1967 si trova al centro
di una polemica ideologica a causa del suo libro Fuera
del juego. Nella primavera del 1971 il mondo conosce
il Caso Padilla, una grande farsa montata dalle autorità
culturali cubane che ricorda i processi sovietici,
durante i quali gli intellettuali di prestigio, principalmente
poeti e scrittori, venivano costretti a ritrattare
le loro opere in una sorta di autocritica pubblica.
Il Caso Padilla è la prima ferita aperta della Rivoluzione
Cubana e la prima vera crisi attraversata dal “paradiso
comunista”. Heberto Padilla viene demolito dai membri
dell'UNEAC (Nicolas Guillén in testa) che seguono
alla lettera le indicazioni di Fidel Castro che lo
definisce “un uomo ambizioso, iscritto al cenacolo
dei poeti e degli intellettuali da salotto con il
solo interesse di elevarsi in una società decadente”.
Le opinioni internazionali sul Caso Padilla si dividono.
Il caso Padilla provoca una rottura tra gli intellettuali
della sinistra mondiale e la Cuba castrista. Ci sono
proteste e pressioni da parte di intellettuali come
Jean-Paul Sarte, Carlos Fuente e Mario Vargas Llosa.
Padilla chiede a Castro il permesso di lasciare il
paese, ma gli viene negato. È soltanto grazie alla
pressione di Sartre, Simone de Beauvoir, Alberto Moravia,
Mario Vargas Llosa, che, nel 1980, Padilla viene liberato
e autorizzato a lasciare il paese. In questo stesso
anno conclude il romanzo En mi jardín pastan los heroes,
che viene tradotto in sette lingue, persino in italiano
(Nel mio giardino pascolano gli eroi, Mondadori -
purtroppo fuori catalogo). Nel settembre del 2000,
Padilla muore negli Stati Uniti, in una stanza di
hotel dell'Alabama, per un infarto cardiaco (Gordiano
Lupi).